Unict 2021 / Risposte e prospettive
*Intervento del rettore dell'Università di Catania, Francesco Priolo, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2020/21 (venerdì 12 febbraio 2021)
Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi Paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. É nella crisi che nascono l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.
Così scriveva Albert Einstein nel volume di lettere e saggi dal titolo Il mondo come io lo vedo. Era il 1934, sull’Europa si addensavano minacciose le nubi di un nuovo conflitto bellico, ma, forte della sua fede nella scienza, Einstein riusciva già a vedere la luce, quella della rinascita. Sono trascorsi quasi 90 anni dall’uscita di quel volume e, nel pieno di una crisi ormai non solo sanitaria, le parole chiave di quel testo – crisi, creatività e cambiamento - risultano più che mai attuali, dandoci persino modo di comprendere il valore di tutto quanto la nostra comunità è riuscita a mettere a frutto in questo lungo e difficile 2020.
La risposta di Unict all'emergenza
I ricordi della passata inaugurazione insieme, al Teatro Massimo Bellini, sono ancora impressi nella memoria di molti e molte di noi – e sembrano, purtroppo, davvero lontani – ma io vi mostrerò che il senso di appartenenza e le energie positive che i nostri studenti e le nostre studentesse hanno saputo trasmetterci in quell’occasione sono serviti da sprone per aiutarci a raccogliere la sfida che di lì a poco si sarebbe drammaticamente materializzata.
Era il 31 gennaio 2020. Solo qualche settimana più tardi lo scoppio della pandemia ci avrebbe imposto di seguire – talvolta anche anticipare – il corso degli eventi per proteggere la nostra comunità, dimostrando anche all’esterno di possedere le conoscenze e i mezzi necessari per offrire un contributo significativo. Il primo, il più importante – per il quale sento il dovere di esprimere anche oggi un caloroso ringraziamento – è stato quello dei nostri medici e specializzandi. La loro generosità e competenza sono state apprezzate sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, e la loro azione resa efficace grazie al continuo coordinamento della Regione Siciliana con l’Assessorato alla Sanità. Sulla base di strette collaborazioni interdipartimentali e con importanti enti di ricerca, l’Ateneo, poi, è riuscito a perseguire azioni specifiche e mirate: penso alla produzione del gel igienizzante, alla realizzazione di dispositivi di protezione o all’elaborazione di un sistema di testing della corretta funzionalità filtrante delle mascherine. Per finire, la raccolta fondi che ha lanciato a marzo in favore degli ospedali catanesi e, ancora più importante, l’estensione della no tax area a tutti i nuclei con redditi ISEE inferiori ai 20.000 euro. Era quella una misura voluta dal Ministero, ma che nel caso di Unict, ha permesso a circa la metà della popolazione studentesca di studiare gratuitamente. É nostra intenzione, laddove vi saranno le condizioni, proseguire su questa via anche il prossimo anno, in modo da offrire un aiuto concreto alle famiglie in un periodo ancora economicamente difficile.
La crisi per noi è stato il punto di inizio di una serie di azioni forti, strategiche, capaci di legare in maniera più stretta la comunità di Unict al suo territorio.
Allo stesso tempo, molto, moltissimo è stato fatto per preservare la salute, ma anche i percorsi formativi di chi sta pagando il prezzo più alto della condizione in cui ci troviamo ormai da un anno: i nostri studenti e le nostre studentesse. Per questo abbiamo prontamente posto le basi perché la didattica potesse essere svolta a distanza o – finché questo è stato possibile – in forma mista. La scelta di creare un sistema unico e valido in tutte le nostre strutture dipartimentali ci ha permesso di raggiungere gli standard più alti a livello nazionale.
La sfida era – ed è ancora – importante: non lasciare nessuno indietro. Il numero delle laureate e dei laureati in questi mesi dimostra che in larga misura siamo riusciti nel nostro intento. Tuttavia, non possiamo per questo sentirci appagati.
Crescita e risanamento: gli obiettivi raggiunti
Come avete visto, nel corso di una delle crisi più drammatiche dell’età contemporanea, Unict ha saputo dare molte risposte e certamente molte altre ancora ne saprà dare. Allo stesso tempo, però, la sua governance non ha mai perso di vista gli obiettivi di crescita e risanamento che si era prefissata dal 19 settembre 2019, data del suo primo insediamento. I punti di partenza erano allora lo sforamento della quota dell’80% nel capitolo di spese legate al personale e un disavanzo di 15 Milioni di euro rispetto agli incassi, sempre relativi al 2018. L’ho detto con forza lo scorso anno e anche oggi tengo a ribadire che mai è stata toccata la solidità delle ingenti riserve dell’Ateneo. Tuttavia, grazie alla rigorosa politica di contenimento finanziario, ho l’orgoglio di affermare che, riguardo alla prima percentuale, ci attestiamo intorno al 76% e che finalmente è stato raggiunto il pareggio di bilancio. Grazie al nostro direttore generale, Prof. Giovanni La Via, per questo risultato, ma anche a tutte le componenti della comunità di Unict per l’alto spirito di sacrificio e per il senso di appartenenza che hanno saputo dimostrare.
La riforma amministrativa
La politica di austerity che abbiamo scelto di seguire fin qui, però, non ci ha impedito di elaborare un piano di completa riforma della nostra amministrazione – il primo dopo molti anni, e che presto verrà portato all’attenzione degli Organi di Governo – ma soprattutto non ci ha impedito di restituire dignità ai 250 lavoratori e lavoratrici che fino al 2018 avevano con l’Ateneo solo un contratto di collaborazione a tempo determinato. Queste lavoratrici e questi lavoratori sono stati quasi tutti stabilizzati tra il 2019 e il 2020 e contiamo di portare a termine questo percorso virtuoso proprio quest’anno. Riteniamo, questo, un ulteriore successo.
Il più grande, però, soprattutto per il suo valore simbolico, è sicuramente quello della crescita del 25% di immatricolazioni nei nostri corsi di laurea, la percentuale più alta registrata in tutto il Meridione. Questo successo è solo in parte ascrivibile al perdurare della pandemia: gli studi che abbiamo condotto ci mostrano quanto essa sia stato chiaramente influenzato dal gradimento della nostra organizzazione della didattica in un momento tanto delicato, ma anche dello standard qualitativo dei nostri servizi che, a fronte di un contributo da parte degli studenti, tra i più contenuti a livello nazionale, e pur tra mille difficoltà, siamo sempre comunque riusciti a garantire. Unict è stata capace di mettere in campo tutto questo e molto altro ancora.
Grazie a questo impegno collettivo, faticoso, quotidiano, volto al cambiamento, oggi siamo in grado di intravedere la luce alla fine del tunnel. Tuttavia, per poter guardare con fiducia al nostro futuro non possiamo, in questo momento storico, dimenticare che il presupposto necessario di ogni cambiamento è la consapevolezza.
Regole certe, procedure trasparenti, un nuovo codice etico
È, infatti, chiaro a tutti che la crisi che l’Ateneo di Catania sta vivendo non è solo legata all’emergenza globale di questa pandemia. La verità sui gravi fatti contestati a numerosi dei nostri docenti verrà presto accertata dalla magistratura, ma io sono qui a testimoniare che, pur ferita nel profondo e per certi versi ancora smarrita, questa comunità è stata subito in grado di operare scelte importanti che faranno prevalere i valori fondanti di giustizia e meritocrazia con più facilità e forza. Tra queste, l’elaborazione e approvazione di regole certe, valide in tutti i Dipartimenti per l’individuazione dei settori scientifici su cui investire, così come di nuove, più stringenti procedure concorsuali per l’accesso ai diversi ruoli accademici. Queste ultime, in particolare, sono state sottoposte all’Anac, che ha dato le proprie indicazioni, tutte prontamente recepite dagli Organi collegiali.
Questo per dimostrare che l’operato della Procura e della Magistratura è sempre stato seguito con la massima attenzione e accompagnato dalla massima collaborazione. Non solo. Consapevole delle dinamiche interne al sistema accademico, la comunità UniCT ha anche proceduto a una completa riforma del proprio Codice etico e di comportamento, che ha da poco ultimato e che, dopo una opportuna consultazione con tutta la comunità, verrà presentata agli Organi Collegiali per l’approvazione definitiva. Le novità sono tante, ma posso anticipare che per la prima volta verrà introdotto un vero e proprio Comitato etico e verrà nominata la figura di un Consigliere di Fiducia del tutto esterno a Unict. Quest’ultima ci permetterà di essere in linea con i migliori Atenei italiani.
Consapevolezza e cambiamento; passato e futuro. Il quadro che ho delineato è quello di una comunità ancora profondamente segnata dalla durezza degli eventi, che ha bisogno di ritrovare il proprio equilibrio, ma soprattutto di ricostruire e proiettarsi nel futuro. I prossimi mesi potranno risultare ancora dolorosi, laceranti, ma la via del rinnovamento è ormai tracciata e a me, che sento forte la responsabilità di una guida sempre sicura e condivisa, spetterà il compito di proseguire nell’opera di portare unità, superando ogni contrasto e limitando il significato di ogni gesto divisivo.
Sogno un Ateneo forte, coeso, capace di trarre il meglio da tutto il suo passato e che sappia reagire, riconoscendo significati sempre più alti alla sua missione istituzionale; sogno un Ateneo protagonista del presente e ben radicato nel territorio, ma che sia coraggioso e che non tema le sfide del futuro.
Einstein scriveva che “chi supera la crisi supera sé stesso”. Non appena sarà arrivato il momento anche per noi, capiremo quanto questo passaggio sarà stato un’appassionata impresa collettiva. Come detto dal filosofo tedesco Karl Jaspers “solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere”.
Dobbiamo godere dei successi non come singoli, ma come parte di una grande comunità. La nostra lo è sempre stata e continuerà ad esserlo.
W l’Università di Catania!
Francesco Priolo*
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