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Dall’infernale Cerbero al fedele Argo, animali domestici e ‘mostri’ nei racconti della mitologia

Venerdì 10 e venerdì 17 marzo due incontri al Museo di Zoologia dell’Università per scoprire il rapporto tra gli uomini del mondo antico e la natura
9 Marzo 2023

L’idra di Lerna, il leone di Nemea, la cerva di Cerinea e il cinghiale di Erimanto, i mostruosi e antropofagi uccelli del lago Stinfalo e il toro di Creta, le cavalle di Diomede e i buoi di Gerione, presenti anche nel mito di Caco, fino a Cerbero, il cane a tre teste, terribile guardiano degli Inferi. Sono alcuni dei mitologici animali protagonisti delle ‘fatiche di Eracle’, il leggendario eroe chiamato a riscattarsi dall’aver cagionato la morte della sua famiglia, tramandate da numerose fonti letterarie. Ma gli animali che compaiono nei miti degli antichi, nell’epoca greca e in quella romana, sono anche altri: il fedele Argo, che attese il padrone Ulisse per vent’anni, i cani Lelapo e Mera, la civetta di Atena, adottata poi come uno dei simboli del Paese ellenico, la capra Amaltea, i cavalli imbizzarriti di Ippolito, l’ippocampo e il granchio Carcino, il serpente bicefalo Anfesibena e le attente oche del Campidoglio.

Il mondo degli animali nella mitologia antica” sarà il tema di due incontri che si terranno nella saletta del Museo di Zoologia e Casa delle Farfalle dell’Università di Catania (via Androne 81), nell’ambito del ciclo "Un tè al museo” che vede il contributo di studiosi ed esperti di varie discipline che affrontano temi scientifici o ambientali attraverso le loro osservazioni ed esperienze. «Dalla lettura dei racconti mitici – spiega il prof. Sandro Torrisi, docente di Lettere in alcuni istituti comprensivi dell’hinterland ed esperto di storia catanese, che terrà l’incontro di venerdì 10 marzo alle 17 sui “miti maschili” – apprendiamo che gli animali non avevano la sola valenza di arricchire la narrazione, ma questi testi ci svelano in maniera sorprendente il rapporto che gli antichi avevano instaurato con gli animali domestici e selvatici. Esempi splendidi di legami profondi e duraturi, come i purosangue di Achille Xanto e Balio, capaci di piangere per la morte di Patroclo, di attrazioni e passioni, ma anche di ribellioni, come i cani di Atteone che divorano il proprio padrone trasformato in cervo da una dea dispettosa. Un modo nuovo, quindi, per leggere i miti e per accostarsi al mondo degli animali. Sono narrazioni che possiedono la forza di affascinarci e di farci riscoprire valori e simboli che la “polvere” della razionalità ha offuscato».

Come del resto spiega bene Umberto Eco, nella sua “Storia della civiltà europea”, «nel mondo antico in generale il rapporto della specie umana con gli altri animali è molto più stretto, sia perché gli antichi interagiscono con le altre specie assai più frequentemente, sia perché molto diverso è stato nella storia l’equilibrio ecologico che ha governato le relazioni tra città, campagne e natura selvaggia. Per questo motivo le espressioni culturali delle civiltà elleniche, dall’arte alla filosofia, dal mito ai trattati tecnici, dalla divinazione alla medicina e alla farmacopea, pullulano di presenze animali, di figure zoomorfe e teriomorfe chiamate ad operare molteplici funzioni ideologiche, sociali e comunicative». Animali abbondano dunque nelle credenze popolari, nelle superstizioni, nei proverbi, nelle favole, nei riti magici e in quelli sacri, nei miti, negli spettacoli e negli oracoli, perché il loro peso semiotico è decisamente superiore rispetto ai tempi moderni.

L'incontro sarà coordinato dal responsabile delle attività didattiche del Museo Fabio Viglianisi e coinvolgerà dei ‘ciceroni’ di eccezione, gli allievi della scuola media “Pluchinotta” di Sant’Agata Li Battiati Paola Condorelli, Nicolò Manitta e Nicola Spata, e dell’istituto comprensivo “Giovanni Paolo II” di Gravina di Catania Greta Lo Piero, Fabiola Maiorana e Diana Montana che guideranno i visitatori nelle sale del Museo, illustrando alcuni miti classici legati agli animali esposti.

L’incontro successivo, alla scoperta dei ‘miti femminili’, sarà tenuto dalla prof.ssa Maria Teresa Di Blasi, storica dell’arte, venerdì 17 marzo alle ore 17.