Start Cup Catania, al via la seconda fase con sei team in gara
Entra nel vivo Start Cup Catania, la business plan competition promossa dall’Area di Terza Missione dell’Università di Catania, in collaborazione con l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Catania, partner tecnico dell’iniziativa dell’Ateneo fin dalla prima edizione. A conclusione della “call for ideas” di fine agosto hanno partecipato 12 team imprenditoriali; di questi sei sono stati ammessi alla seconda fase.
- Phoenix, maturato nell’ambito di una ricerca dell’Università di Catania, è un progetto che mira a rivoluzionare il trattamento delle acque reflue e la filtrazione dell’acqua domestica attraverso l’uso innovativo delle ceneri vulcaniche dell’Etna.
- Hologen, con l’intento di creare un’esperienza innovativa nel settore della ristorazione, è un dispositivo per realizzare un fenomeno olografico di supporto alla consultazione di un menù ricercato a tavola.
- Clevergrow è una start up innovativa che opera nel campo dell’agricoltura di precisione con l’obiettivo di rendere più efficiente il settore primario, riducendo l’impatto ambientale e aumentando la produttività delle colture
- ImpactAi è una piattaforma che consente alle micro e piccole-medie imprese di orientare il proprio business secondo gli indicatori ESG attraverso interazioni in chat con l’intelligenza artificiale istruita da utenza selezionata
- Igea è un software in ambito medicale per la compilazione tramite un’intelligenza artificiale di moduli triage al Pronto Soccorso per ridurre l’errore umano, digitalizzare la filiera ospedaliera e semplificare in modo significativo la burocrazia
- MyCoffee Campus è il progetto di un ciclo di produzione innovativo di funghi locali ed esotici, coltivato su prodotti di scarto dal caffè, senza terra e con limitato apporto di acqua.
La competizione vera e propria si chiuderà a metà ottobre, con la presentazione del documento economico-finanziario (appunto, il business plan) che accompagnerà il progetto d’impresa.
Nei giorni scorsi, si è tenuto un incontro nella sede dell’Ordine dei dottori commercialisti a Catania, nel corso del quale sono state fornite indicazioni a tutti i team sui passi necessari da compiere per approdare alla finale locale. All’incontro erano presenti il vicepresidente dell’Ordine Tito Giuffrida, la responsabile dell’Area Finanza per l’Ordine Elisa Manganaro, il delegato del Rettore e presidente della Start Cup Catania Rosario Faraci insieme al funzionario dell’Area di Terza Missione Loredana Castro. Presenti pure i componenti del comitato tecnico-scientifico che ha effettuato la selezione dei progetti e i rappresentanti degli sponsor tecnici e finanziari che sostengono questa edizione di Start Cup Catania.
Ad Acireale, presso il campus di Free Mind Foundry, l’innovation hub di cui è amministratore delegato l’imprenditore Simone Massaro, si è tenuto successivamente un altro meeting nel quale è stata data la possibilità ai team di presentare dettagliatamente la propria idea progettuale e di ricevere i primi feedback da imprenditori, professionisti e commercialisti presenti, tra i quali l’imprenditrice turistica Ornella Laneri e lo stesso Massaro. A conclusione del momento di confronto, tutti i gruppi hanno visitato il modernissimo campus dove sono ospitate le start up innovative e l’azienda Baxenergy, recentemente acquisita dalla multinazionale giapponese Yokogawa.
Gli altri progetti, non ammessi alla seconda fase, ma ugualmente meritevoli di prosecuzione sulla via della creazione di start up sono: Take a Breath, una startup che organizza esperienze di gruppo “digital detox” e socializzazione offline; Hostnarrate che promette una rivoluzione nell’ambito delle locazioni turistiche brevi trasformando gli alloggi turistici in spazi esclusivi; Amerigo, un torneo universitario amatoriale che offre un’esperienza di intrattenimento; Btcmat, un progetto di consulenza criptofinanziaria con l’obiettivo di sensibilizzare la conoscenza degli utenti sul settore; Pocket Sicily, un sito web che offre itinerari personalizzabili e su misura per eliminare il dilemma del forestiero; Sharity, l’applicazione che promette di rivoluzionare il mondo della beneficenza rendendolo accessibile, comprensivo e trasparente.